La Libreria Piccolomini fu dipinta dal pittore perugino Pintoricchio (Bernardino di Betto) nel 1502 per il suo protettore, il cardinale di Siena, che desiderava onorare lo zio Papa Pio II morto nel 1464. (Lo sfortunato cardinale Francesco alla fine fu promosso Papa e morì 10 giorni dopo!) Papa Enea Silvio Piccolomini fu uno dei più grandi studiosi umanisti e la biblioteca di Siena fu costruita per ospitare la sua preziosa collezione di manoscritti miniati. Gli affreschi nelle grandi lunette che rivestono le pareti raccontano la storia della vita del Papa, mentre gli elementi decorativi circostanti e il soffitto sono in stile “grottesco” che imita antichi esempi romani che erano molto popolari tra gli artisti e gli umanisti dell’epoca.
Quando visitate la Libreria Piccolomini, non cercate di capire esattamente cosa sta succedendo negli affreschi, perché fa parte di una storia secolare che probabilmente non conoscerete. Quello che dovete sapere è che descrive una versione mitizzata e glorificata della vita del Papa, quindi cercate lo stesso ragazzo in ogni scena. Iniziate in fondo alla parete destra con un ragazzino, e vedrete questo personaggio invecchiare e sempre più in alto nei ranghi ecclesiastici mentre continuate la vostra visita attraverso i dipinti. Ho sentito un discorso di un conoscente sul ruolo del gesto in questo ciclo di affreschi, da cui ho imparato che spesso c’è una figura che ci aiuta indicando l’azione; i gesti o movimenti della mano del protagonista sono importanti per comunicare il momento della storia, come l’accettazione di un onore o la consegna di ordini.